Maria Teresa Landi è  nata in Toscana, e precisamente a Viareggio, dove ha insegnato materie letterarie, collaborando alla realizzazione di laboratori di scrittura creativa per ragazzi presso una piccola biblioteca di quartiere. Partecipa anche attivamente a progetti di educazione alla lettura, organizzati dalla biblioteca comunale della sua città. Vive in campagna, a pochi chilometri dalla costa versiliese, e qui ha trovato ispirazione per poesie e racconti, alcuni dei quali pubblicati. Nei suoi versi ama esprimere sensazioni, impressioni improvvise, emozioni intimamente vissute. E’ risultata vincitrice del Concorso poesia ASAS 2014, con “L’attesa”. "Nel novembre del 2016 con la silloge "Paesaggi" ha ottenuto il primo premio assoluto con pubblicazione (ETS editore Pisa) al concorso letterario "Il Portone", Pisa."

 

DI NOTTE
Nel buio della città opaca di notte
noi due, la strada deserta,
le case dai volti ostili: porte e finestre
serrate sui reconditi cortili.
"Hai paura?" mi chiede.
"No, piuttosto gioia."
una gioia sottile, un filo lucente,
che m'avvolge gentile.
Ascolto il silenzio dintorno,
perfino le stelle e la luna
calme e distanti sono in apnea.
Suona il canto sordo dei tacchi
soltanto sulle umide pietre
del Cardoso scheggiate dal tempo.
E i ricordi decantano lievi nel sogno
di un incerto presente sospeso.
Mi piace il silenzio, quando in sintonia
tutto hai già detto e non servon parole
che cadono nell'aria notturna
a frantumare la pace dei nostri pensieri

come cascate bianche di spuma

indistinte nel mare del cuore.

 

 

ALI DI FARFALLA

 

L’idea di morte s’è posata

leggera, con ali di farfalla,

sui pensieri tumultuosi e stanchi.

L’improvvisa quiete ha colmato

il vuoto della vita fino agli orizzonti

e, passo dopo passo, mi sono preparata

senza saluti né rimpianti.

Ai limiti un suono m’ha fermata

e d’incanto s’è squarciato

il velo d’apatia che mi guidava.

A fatica ho ripreso l’irta strada

a me da tempo destinata,

ma la fine del viaggio

è solo rimandata.

 

 

HO PIANTO

 

Ho pianto.

Le lacrime son rotolate

sulle guance pallide

come torrenti in piena.

Non sono preparata,

mi son detta

nel silenzio della notte.

 

Ho pianto,

sola, col mio dolore

continuo e sordo.

Gli occhiali appannati

han velato lo sguardo.

 

Ho pianto.

e sono terreno nudo

arso di crepe.

La mente sfalda di nebbia

i pensieri che fuggono via.

Vicino a me tranquillo

il respiro ignaro

di chi dorme.

 

 

 

ATTESA

 

Anche il cielo stasera

sta fermo in attesa.

Un silenzio di vuoto

mi manda l’eco

di fiochi rumori

e nel buio spento di luna

quell’unica stella lucente

tira i fili d’una nuvola stanca.

Là dove il languido mare

disseta un’arida terra,

il nastro setoso dei tetti

si veste da minareto orientale,

tra profumi di spezie

e dolci note sonore.

Un soffio di vento

cancella svelto le ore.

Dal lieve rosato sui monti

grida dell’alba la luce.

Saluto il sole nascente,

mi scaldo ai suoi raggi.

 

AIRONI

 

E arrivarono,

spinti dal vento di mare,

gli aironi grigi,

in un cielo d’autunno.

Si posarono leggeri

tra le cannucce,

nel canale l’acqua

increspata.

Sapevano già

dell’estate finita

e del triste saluto

all’erba ingiallita,

agli ultimi fiori

strapazzati dai giorni,

alle foglie stanche

del pioppeto argentato.

Sul ponte un pescatore

solitario assisteva all’addio.